Misurazione del pH nei cosmetici

Febbraio 1, 2023

Il pH è un parametro chiave da controllare sia in fase di ricerca e sviluppo che in fase di produzione del prodotto cosmetico. Dal valore di pH infatti si possono ricavare diverse informazioni utili su stabilità, contaminazione microbica e sicurezza del prodotto cosmetico.

pH e contaminazione microbica

I cosmetici sono prodotti che contengono spesso importanti quantità di acqua, molecola essenziale per la vita dei microrganismi, e sostanze che possono favorire la crescita microbica come polisaccaridi, lipidi, proteine, amminoacidi e vitamine. Inoltre vengono conservati in modo non sempre corretto (sotto la doccia, al caldo, aperti…) ed entrano in contatto con la pelle ed i microrganismi che la popolano. E’ quindi fondamentale prima dell’immissione in commercio effettuare un’attenta valutazione del rischio microbiologico del cosmetico. In questo, il controllo del pH può essere d’aiuto per:

  • valutare la stabilità ed efficacia dei conservanti: ogni conservante ha un’attività ottimale se utilizzato entro un certo range di pH e man mano che ci si allontana da questo range la sua efficacia diminuisce.
  • valutare la suscettibilità alla contaminazione: ogni microrganismo ha un range di pH ottimale per la crescita che solitamente si aggira attorno alla neutralità (pH 5-8), quindi simile ai valori di pH della maggior parte dei cosmetici. Più i valori di pH si discostano da questo intervallo più sarà difficile la sopravvivenza dei microrganismi. Secondo la norma UNI EN ISO 29621:2017 per valori estremi di pH (ovvero pH<4 o pH>10) il rischio che nel prodotto si verifichi proliferazione microbica è molto basso, tuttavia il solo controllo del pH non è solitamente sufficiente a garantire la sicurezza microbiologica del prodotto.
    Oltre ad essere causa di contaminazione microbiologica, un cambiamento di pH può esserne anche una conseguenza. I microrganismi infatti possono produrre metaboliti acidi (es. acido lattico, altri acidi organici ed inorganici) o basici (es. ammoniaca, ammine) che alterano il valore di pH dei cosmetici. In quest’ottica un pH diverso da quello dello standard può essere considerato un campanello d’allarme ed è necessario indagarne le cause, anche tramite analisi microbiologiche.

pH e stabilità

I cosmetici sono matrici complesse, formate da più sostanze che interagiscono tra loro. Alcuni ingredienti (es. filtri solari, gelificanti, conservanti, estratti naturali…) rimangono sicuri e funzionali solo entro certi intervalli di pH. Al di fuori di questi intervalli possono inattivarsi ed essere causa di instabilità. Lo studio del pH in fase formulativa ed il controllo durante la produzione assumono una valenza molto importante quindi anche per l’efficacia e la sicurezza del prodotto stesso.

pH e dermocompatibilità

La cute è rivestita dal cosiddetto “mantello acido”, uno “strato” protettivo acido, che ha valori variabili tra ~4,5 e 6 a seconda del distretto corporeo e di fattori individuali. Il mantello acido è importantissimo per la funzione barriera della cute, per la microflora cutanea, per la desquamazione e per mantenere in buono stato lo strato corneo. Per il benessere della pelle quindi è necessario mantenere il pH fisiologico evitando l’uso di prodotti con pH troppo acidi o troppo basici, che possono rappresentare, a seconda dell’entità e dalla frequenza di utilizzo, una vera e propria aggressione. Il valore di pH cutaneo superficiale si sfrutta anche come indicatore per valutare il danno cutaneo o per diagnosticare patologie cutanee.

Come si misura il pH

Il pH dei cosmetici si misura con un pHmetro, strumento indispensabile sia per la ricerca e sviluppo che per il controllo qualità. Per ottenere valori corretti di pH è indispensabile che il pHmetro sia correttamente mantenuto e regolarmente tarato.

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