Analisi di aflatossine

Gennaio 11, 2024

Le aflatossine sono micotossine  derivate della cumarina, più precisamente delle bifuranocumarine, prodotte da funghi del genere Aspergillus, in particolare da A. flavus (da cui deriva il nome “aflatossina”) e A. parasiticus.

Caratteristiche generali delle aflatossine

Le aflatossine più rilevanti per la sicurezza alimentare sono i tipi B1, B2, G1, G2 ed i metaboliti M1 ed M2, originati in seguito ad ingestione delle altre aflatossine. Il tipo B1 è quello più diffuso e solitamente le altre aflatossine non si riscontrano in assenza della B1. L’aflatossina M1 è un metabolita idrossilato dell’aflatossina B1 che si può trovare in latte e uova e carne ottenuti da animali che hanno ingerito mangimi contaminati. Il tipo M2 invece corrisponde al metabolita idrossilato dell’aflatossina B2.

struttura di aflatossina B1

Le aflatossine possono essere presenti in prodotti vegetali come frutta secca ed essiccata, frutta a guscio, granoturco, riso, spezie, oli e cacao. In particolare tra gli alimenti più a rischio troviamo fichi secchi, arachidi, pistacchi, mandorle, peperoncino, noce moscata e zenzero. Le aflatossine possono essere presenti anche in prodotti di origine animale, soprattutto nel latte.

Tossicità

Le aflatossine sono molecole cancerogene e genotossiche, ma possono dare luogo anche a fenomeni di tossicità acuta e danni epatici. La B1 è la più potente in termini di genotossicità e cancerogenicità. Sono resistenti alle alte temperature quindi la cottura e i processi di lavorazione comunemente impiegati nella produzione di alimenti e mangimi non sono sufficienti a neutralizzarle. Per questo motivo è indispensabile limitare la contaminazione a monte, seguendo le buone pratiche di produzione ed effettuando gli opportuni controlli su tutta la filiera, dalla produzione allo stoccaggio ed effettuare gli opportuni controlli.

Fattori di rischio per la contaminazione

Ambienti molto umidi e caldi (25-30°C), presenza di insetti e stress delle piante sono tutti fattori che favoriscono la contaminazione. Al contrario, ventilazione e temperatura adeguate e l’osservazione delle norme igieniche aiutano a limitarla. Esistono anche delle linee guida per ridurre il rischio di contaminazione della coltivazione “in campo” che tengono in considerazione diversi fattori come ad esempio il tempo della semina, le modalità di irrigazione e l’impiego di insetticidi e biocompetitori.

Limiti di legge

Negli alimenti il Regolamento Eu 2023/915 impone dei limiti sull’aflatossina B1, M1 e sulla somma delle aflatossine B1, B2, G1 e G2 che variano in base al tipo di alimento ed alla sua destinazione.

Nei mangimi i limiti riguardano l’aflatossina B1 e sono indicati dalla direttiva Eu 2002/32/CE e successive modifiche. Anche in questo caso il valore massimo cambia a seconda del tipo di mangime.

Analisi delle aflatossine

Eseguiamo la ricerca di aflatossine su matrici alimentari e zootecniche, utilizzando tecniche di screening o più selettive. Nel primo caso è possibile ottenere un valore somma di aflatossine totali, nel secondo caso è possibile determinarle separatamente.

Per informazioni sull’analisi delle aflatossine: contatti


 

Risorse esterne:
EFSA 
Istituto Superiore di Sanità
Regolamento (UE) 2023/915 della commissione del 25 aprile 2023 relativo ai tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti e che abroga il regolamento (CE) n. 1881/2006
Direttiva 2002/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 maggio 2002, relativa alle sostanze indesiderabili nell’alimentazione degli animali, e successive modifiche.

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